Coniugare teatro e scienza: la scommessa riuscita della compagnia che ha inventato le visite olfattive.
“Si può toccare solo con gli occhi” è quello che generazioni di bambini si sono sentiti dire, e si sentono dire ancora oggi, visitando un museo. Nei musei moderni e soprattutto negli Science Center dove si fa divulgazione scientifica, non si può più prescindere da una sezione dedicata a “vedere con le mani”, ovvero toccare per conoscere, manipolare per capire. Senza contare l’interesse per i visitatori disabili.
Beh la nuova frontiera è visitare un museo… con il naso! È quello che ci propone Violaine de Carné, la direttrice artistica della compagnia teatrale Tir et la lyre. Interessata da anni al rapporto tra la percezione degli odori e le emozioni, e dopo aver partecipato al progetto scientifico Kôdo, la compagnia ha messo in scena diversi spettacoli dedicati all’olfatto e infine le visite olfattive.
Come si svolge una visita olfattiva?
Iris du Pistil (Iris del Pistillo) e Capucin Le Blaze (Nasturzio il Naso), due ricercatori/estrattori di un immaginario istituto di ricerca olfattiva, ci raccontano il luogo attraverso le immagini evocate dagli odori, facendoci annusare essenze, profumi e incensi. Ci spiegano inoltre come funziona il senso dell’olfatto e perché è tanto diverso dagli altri sensi.
“Non esiste una verità olfattiva” dice Iris du Pistil. Si riferisce al fatto che abbiamo circa 350 tipi di recettori per l’olfatto, con varianti notevoli tra una persona e un’altra. Impressionante se si pensa che per la visione dei colori ne abbiamo solo tre.
La percezione olfattiva è dunque strettamente personale. Inoltre è condizionata dal vissuto di ognuno di noi, quindi è culturale e familiare. È come se avessimo, registrata nel cervello, un’odoroteca alla quale facciamo riferimento ogni volta che percepiamo un odore.
Ecco ad esempio cosa mi è capitato una volta durante un’animazione sul senso dell’olfatto. Si trattava di riconoscere degli odori imprigionati in diverse scatolette. Un bambino, sentendo l’odore dell’origano, ha esclamato “Pizza!”. Durante le visite olfattive non è questione di riconoscere, di razionalizzare, ma di lasciarsi andare all’evocazione e all’emozione. Evidentemente per i bambini non è difficile, non si pongono il problema se ci possa essere o meno della pizza nella scatoletta.
Personalmente ho visitato “olfattivamente” l’Institut du Monde Arabe e il Parc de la Villette, a Parigi. Entrambe le visite erano deambulatorie, ovvero si seguiva non solo il filo del discorso degli attori ma anche il percorso nel museo (o nel parco), facendo delle pause in certi punti precisi per annusare.
Per quanto riguarda l’Institut du Monde Arabe, la visita olfattiva faceva parte della Settimana del cervello, una bella iniziativa di divulgazione scientifica che si svolge ogni anno a marzo a Parigi. Gli odori dell’hammam, con i suoi saponi, oli e essenze, rimandano immediatamente al mondo arabo. Ma durante la visita si esplorano anche aspetti più spirituali, come il rapporto tra odore e religiosità: si scopre così che bruciare l’incenso è una pratica comune alle tre grandi religioni monoteiste: ebraica, musulmana e cristiana.
Al Parc de la Villette invece si scopre il suo passato di grande mercato del bestiame e antico mattatoio che serviva tutta Parigi. Qui gli odori proposti dai nostri ricercatori/estrattori sono molto meno gradevoli: escrementi, sangue, ma anche un fantomatico “odore del passato”.
Attenti alle manipolazioni olfattive!
Rispetto ad altri animali, i primati e in particolare l’uomo basano la loro esperienza del mondo soprattutto sulle percezioni visive.
Contrariamente a quanto si puo pensare, però, il nostro olfatto non è così limitato e inutile. Ci dà informazioni fondamentali sul mondo che ci circonda, ma in maniera spesso inconsapevole. Gli odori arrivano al cervello senza essere razionalizzati. Olfatto, memoria ed emozioni sono tre funzioni strettamente connesse e mediate da un insieme di strutture cerebrali chiamato sistema limbico. Un odore particolare può portarci nella sfera della suggestività e dell’emotività, influenzando il nostro comportamento e facendoci fare cose poco razionali.
Di manipolazioni olfattive ne sperimentiamo tutti i giorni passando davanti al fornaio che ha appena sfornato pane caldo e cornetti. Non possiamo resistere ed entriamo per comprare. Ma in questo caso, almeno, il meccanismo è cosciente.
Alcune ricerche di neuropsichiatria e statistica (e ricerche di mercato) hanno studiato gli effetti della diffusione di odori gradevoli al di sotto della soglia di percezione cosciente, in un supermercato. È stato provato che il cliente rimaneva più a lungo nel centro commerciale e la spesa media aumentava in maniera significativa.
Recentemente si stanno sviluppando aziende che propongono metodi di diffusione di aromi, anche personalizzati. Alcune marche hanno creato il loro “Logo olfattivo” sperando di farlo diventare immediatamente riconoscibile (come quando vediamo una lattina rossa e pensiamo alla Coca Cola). Si parla di marketing olfattivo.
Ci potranno essere anche applicazioni positive della manipolazione olfattiva. Ad esempio diffondere un certo profumo negli ospedali potrebbe dare una sensazione di benessere e conforto.
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Chissà perché spesso quando annusiamo qualcosa chiudiamo gli occhi! L’ho notato anche nel filmato della visita olfattiva, forse per permettere a qualche emozione di collegarsi al profumo?
Molto interesante Ludmilla!
Non sapevo che ci fossero musei olfattivi.
Magari ci vado una volta…