Con gli occhi della matematica

Imaginary - foto di Annalisa Plaitano
Un grosso limone giallo-verde è il simbolo della mostra itinerante e interattiva IMAGINARY – through the eyes of mathematics nata nel 2008 presso l’Istituto di Ricerca Matematica di Oberwolfach in Germania e visitata, ad oggi, da più di 2 milioni di persone in 130 città di 30 Paesi diversi. E la buona notizia è che è scaricabile gratuitamente!

La mostra espone una ventina di immagini esteticamente interessanti e significative da un punto di vista matematico. Il limone, ad esempio, rappresenta tutte le soluzioni dell’equazione x²+z²= y³(1−y)³ e ha anche un nome: Zitrus.

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L’idea di Gert-Martin Greuel e Andreas Matt, i papà di Imaginary, era quella di usare la componente visiva ed estetica della matematica per catturare l’attenzione dei visitatori e spiegare i retroscena matematici che si nascondono dietro le immagini di geometria algebrica.

La mostra può essere riprodotta e modificata a seconda del luogo che la accoglie, ma la versione originale prevede 4 sezioni. La prima è una galleria di strane e colorate rappresentazione grafiche. Accanto a ognuna sono indicate le sue proprietà, le sue singolarità e come è stata prodotta. Nel secondo modulo è possibile visionare film e corti documentari sulla matematica.

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Nella terza sezione si trovano diverse installazioni interattive con le quali i visitatori possono sperimentare in prima persona il rapporto tra matematica e arte. Ad esempio grazie al software Surfer (Surface Explorer) si possono immaginare e creare nuove illustrazioni matematiche. Nato per la ricerca in geometria algebrica, Surfer è diventato l’attrazione principale dell’esposizione, davanti alla quale si trova spesso una fila di bambini e adulti intenti a esplorare il rapporto tra formula e forma.

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Infine, nell’ultima sezione, è sempre presente una vetrina con sculture di superfici algebriche tridimensionali, fabbricate con la stampante 3D. Le forme stampate, oltre a destare curiosità e possedere grande valore estetico, sono oggetti didattici con un impatto molto più forte rispetto a una foto o a un disegno e insostituibili per persone cieche o ipovedenti (qui il mio articolo su scienza, divulgazione scientifica e handicap)

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IMAGINARY – through the eyes of mathematics ha riscosso un forte successo. Il progetto si è esteso fino a diventare nel 2012 IMAGINARY – open mathematics, una piattaforma internazionale di matematica aperta e interattiva, un luogo virtuale di scambi e condivisione di risorse per una comunicazione moderna della matematica. Sul sito si trovano foto, testi, video, software, file per stampanti 3D, idee per animazioni scientifiche. Tutto è disponibile gratuitamente con lo scopo della massima diffusione al grande pubblico.

Oberwolfach, il famoso istituto matematico situato nella Foresta Nera (forse qualcuno lo ha visto nel film del 2013 Come ho odiato la matematica di Olivier Peyon) è ugualmente all’origine di una seconda importante mostra, Mathematics of Planet Earth, inaugurata all’UNESCO di Parigi nel 2013. Era l’anno internazionale della matematica del pianeta Terra, istituito per far prendere coscienza del ruolo cruciale che gioca la matematica nelle sfide planetarie odierne (tsunami, terremoti, fusione dei ghiacciai, ecc.). Immagini e testi si trovano on line .

Imaginary in Italia

Imaginary.org non è ancora molto conosciuto in Italia ma alcuni contenuti sono già stati utilizzati o forniti da nostri connazionali, per conto dei loro istituti di appartenenza o per spontanea iniziativa.

Il Scientific Fablab del Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP) di Trieste, già impegnato nelle tecnologie a basso costo per promuovere la scienza, ha fatto uso di risorse in libero accesso messe a disposizione da Imaginary per riprodurre oggetti tridimensionali con certe caratteristiche educative. Lo scopo era verificare se fosse possibile stampare questi oggetti con una tecnologia low-cost, facilmente riproducibile da musei, scuole e istituti di istruzione superiore nei Paesi meno attrezzati tecnologicamente. L’ICTP, infatti, è un centro UNESCO istituito per sostenere l’educazione nei Paesi emergenti. Oltre a usare innovative tecniche di stampa, software gratuiti e schede elettroniche open source (Arduino), il SciFabLab ha tenuto conto anche della sostenibilità del progetto, sperimentando con la plastica riciclata come materia prima.

Anna Alfieri, professoressa di matematica al Liceo Scientifico Luigi Siciliani di Catanzaro è capitata per caso sul sito internet di Imaginary e ha capito di avere la stessa visione della matematica: una disciplina che può coniugare fantasia e rigore, immaginazione e precisione del calcolo. Con alcuni alunni ha prodotto un video sul tema dei frattali dal titolo Around the world in… N fractals. Il video ha partecipato a MathLapse, un concorso internazionale lanciato da Imaginary. Iniziative di questo tipo, secondo Anna Alfieri, annullano i confini della classe e della scuola, stimolando i ragazzi a usare la matematica per costruire ponti di pace e di amicizia.

Anche i fondatori della Cooperativa Curvilinea, che si occupa di divulgazione scientifica della «matematica bella e divertente», hanno aderito alla filosofia di Imaginary, contribuendo nel 2013 a Mathematics of Planet Earth. Il loro video Patterns of nature, creato in occasione del concorso MathLapse, illustra la presenza di strutture frattali nel mondo vegetale.

Braids il video di Ester Dalvit dell’Università di Trento, invece, spiega le basi della teoria matematica delle trecce. Una tesi di dottorato si trasforma, in questo caso, in materiale didattico scaricabile gratuitamente.

La piattaforma Imaginary, dunque, si arricchisce ogni giorno di più, con risorse sfruttabili a scuola e non solo. Nuovi strumenti sono disponibili per facilitare l’accesso alla matematica a un pubblico più largo.

Ma manca ancora un piccolo passaggio. In molti casi, se questi strumenti saranno utili e se i messaggi saranno percepiti dipenderà fortemente dalla componente umana. Come usare il materiale nell’ambito di un progetto di cultura scientifica? Ci si può rivolgere a divulgatori scientifici professionisti, ma anche i ricercatori sono chiamati a incontrare il pubblico e a diffondere le loro conoscenze. Silvia Benvenuti e Andrea Capozucca delle Università di Camerino e Urbino sostengono l’importanza di avere moduli di formazione sulla comunicazione della scienza nei corsi che preparano i futuri ricercatori (corsi di laurea, scuole dottorali). La loro riflessione sull’argomento costituiva il tema di un workshop tenutosi dal 20 al 23 luglio 2016 alla conferenza internazionale di Imaginary a Berlino, dove si poteva anche incontrare il matematico e divulgatore scientifico Robin Jamet.

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