Lise Meitner, Premio Nobel mancato e vittima di fake news
La storia di Lise Meitner (1878 – 1968) è uno dei numerosi esempi di “figure nascoste” della ricerca scientifica, per citare il recente film Hidden figures (Il diritto di contare, in italiano). Si tratta in genere di donne che hanno fortemente contribuito a una scoperta importante, ciononostante non hanno avuto riconoscimenti e neanche citazioni da parte dei loro colleghi uomini.
Appassionata di fisica e di scienze in generale, Lise ha dovuto lottare per poter intraprendere una carriera scientifica. In Austria, all’inizio del ventesimo secolo, le ragazze non sono incoraggiate a studiare. Pur non avendo il diritto di iscriversi al liceo, Lise ottiene il diploma come candidata esterna e diventa, in seguito, la seconda donna a ottenere un dottorato di fisica all’università di Vienna.
Nel 1907 si trasferisce a Berlino, dove comincia una lunga collaborazione con il chimico Otto Hahn nel campo della radioattività, malgrado diverse difficoltà. L’università tedesca è preclusa alle donne. Di conseguenza Lise, che lavora gratuitamente per 5 anni in questa università, è costretta a entrare dall’entrata secondaria. Ma questo non le impedisce di ottenere importanti risultati.
Scopre l’elemento radioattivo protoattinio, lavora alla costruzione di un acceleratore di particelle, misura la massa del neutrone!
Dopo molti anni ottiene finalmente lo stesso statuto del collega Otto Hahn ma nel 1938, essendo un’ebrea nella Germania nazista, è obbligata a rifugiarsi in Svezia. Non si scoraggia e continua a lavorare con la sua equipe di ricerca per corrispondenza. Anche se le sue condizioni di lavoro sono precarie, Lise è la prima a dare una spiegazione teorica della fissione nucleare, il processo per il quale un nucleo di uranio, bombardato con un neutrone, si scinde in due elementi più leggeri liberando un’enorme quantità di energia.
Nel 1944 solo Otto Hahn riceve il premio Nobel per questa scoperta. Erano gli anni difficili del conflitto mondiale… ma Otto non ha mai fatto allusione all’apporto scientifico di Lisa, neanche dopo la guerra.
Lisa non è stata, come a volte si legge, la madre della bomba atomica. Al contrario, si è rifiutata di partecipare al progetto americano Manhattan creato per fabbricarla.
Per il bellissimo disegno ringrazio Silvia Franceschini
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