Tra giochi ed esperimenti in stile galileiano, riapre anche quest’anno la Ludoteca Scientifica di Pisa. Il progetto di diventare uno Science Center, però, stenta a decollare. Intervista a Nadia Ioli Pierazzini, una dei fondatori di questa avventura scientifica.
Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco. Questa massima di Confucio accompagna da 13 anni le attività della Ludoteca Scientifica (LuS) di Pisa e ne riassume lo spirito. Qualche domanda a Nadia Ioli Pierazzini, una degli ideatori di questa collezione di giochi ed esperienze scientifiche.
Per chi non la conosce, che cos’è la Ludoteca Scientifica ?
“È una mostra scientifica interattiva. Fin dall’inizio è stato chiaro che il nostro stile esclude l’idea di un museo statico con le collezioni dietro alle vetrine. Pensiamo che sia fondamentale manipolare, toccare, interagire e divertirsi come succede in altri Science Center nel mondo. Ci ispiriamo alla Cité des Sciences et de l’Industrie di Parigi. Il visitatore di ogni età può trovare illusioni ottiche, esperienze di chimica, giochi con luce e colori ma anche strumenti elettronici come il Theremin (vedi foto in alto) e video giochi i cui comandi si azionano con la voce. Alcuni esperimenti si ritrovano ogni anno, altri si aggiungono di volta in volta.”
Quali sono le novità dell’edizione 2015?
“Una bella novità è la Filiera Idrogeno, un meccanismo per produrre idrogeno a partire dall’acqua e creare in questo modo un’energia pulita e immagazzinabile. L’idrogeno e l’ossigeno dell’acqua vengono separati con un processo chiamato elettrolisi, alimentato da pannelli solari. L’idrogeno produce l’energia che mette in funzione un ventilatore, in questo caso, ma potrebbe in futuro essere il combustibile di una macchina.
Quest’anno ritorna anche l’esperimento della caduta di gravi in presenza e assenza d’aria, uno dei primi esperimenti della Ludoteca che non aveva potuto essere mostrato da anni per la mancanza di spazio. All’interno di un tubo trasparente, un ascensore porta in alto due oggetti: una sfera e una foglia di metallo. In alto si trova un magnete che li trattiene. Quando si spegne il magnete i due oggetti cadono. In presenza d’aria la sfera cade più velocemente della foglia. Successivamente si crea il vuoto nel tubo. In assenza d’aria, gli oggetti atterrano nello stesso momento. Questo esperimento era stato immaginato da Galileo Galilei.
Ma non è tutto: si potrà accendere un orologio digitale con l’energia proveniente dalla frutta e partecipare a tante altre esperienze sorprendenti.”
Come mai la LuS ha cambiato diverse sedi, da quella storica ai Vecchi Macelli, all’Itis Leonardo, alla Limonaia, a Palazzo Blu e quest’anno all’ex Monastero delle Benedettine? Non è più d’attualità l’idea di farla diventare un museo permanente?
La Ludoteca Scientifica ha lasciato i Vecchi Macelli a causa della ristrutturazione. Ora i lavori sono finiti e vorremmo rientrare in quella che sarebbe la sede naturale, ma purtroppo questo finora non è stato possibile. Anche quest’anno ci siamo ritrovati senza sede. Dobbiamo ringraziare la ditta Cemes che ha a cuore la divulgazione scientifica e ci ha concesso uno spazio a titolo gratuito.
Sarebbe importante avere anche a Pisa uno Science Center, che potrebbe riunire diverse iniziative di divulgazione scientifica. In che rapporto siete con il Museo degli strumenti per il calcolo? Avete delle collaborazioni con altre istituzioni che si occupano di mediazione culturale e scientifica?
“Noi ideatori della LuS, una dozzina di docenti e ricercatori CNR tutti volontari, vorremmo proprio quello, sarebbe la nostra finalità.
Un progetto congiunto di Università e Comune dovrebbe sfociare nella Cittadella Galileiana, un centro che comprenderebbe anche il Museo degli strumenti per il calcolo. Per ora siamo delle realtà indipendenti che non hanno mai lavorato assieme.
Il progetto però sta accumulando un ritardo difficile da comprendere. Speriamo vivamente che un centro così importante per la popolazione, in una città che vanta un’eccellenza nella ricerca, si realizzi al più presto. Il mondo universitario deve assolutamente dialogare con i cittadini attraverso iniziative di mediazione scientifica.”
Avete mai pensato di impiegare dei professionisti della divulgazione scientifica piuttosto che degli studenti diversi ogni anno?
“Per quanto riguarda gli animatori, sono studenti universitari formati ai contenuti e alla comunicazione con tutti i tipi di pubblico. Non sono professionisti ma alcuni, dopo questa esperienza formativa, si sono perfezionati a Trieste, al master in comunicazione della scienza, e hanno intrapreso la carriera di divulgatore scientifico. È anche una questione economica ovviamente. Se avessimo più fondi e più finanziatori potremmo pagare dei professionisti.”
Considerando che la maggior parte delle professioni future avrà un risvolto tecnico-scientifico, si capisce come la mediazione scientifica abbia un ruolo primordiale oggi per suscitare vocazioni nei giovani e combattere i pregiudizi legati alla scienza. Speriamo quindi che iniziative di questo tipo si moltiplichino e siano sostenute.
Ancora una cosa. La protagonista del nuovo manifesto della LuS è una ragazzina. Non fa male ricordare a genitori ed educatori che anche e soprattutto le bambine vanno incoraggiate a interessarsi alla scienza.
Per saperne di più
Una versione di questo articolo è pubblicata dal giornale Il Fogliaccio di Pisa
Sito della Ludoteca Scientifica
Risorse multimediali della Ludoteca Scientifica
Un video sulla Ludoteca Scientifica:
Spero un giorno di andare a Pisa a giocare nella ludoteca scientifica! Mi piacerebbe produrre energia a casa mia per fare funzionare il mio ventilatore in estate! Ho fatto cadere due scarpe dal secondo piano del palazzo dove abito e comincio a capire cosa Galileo ha voluto sperimentare Sto giocando alla scienziata senza esserla.