La statistica: osso duro da digerire o tema appassionante che ci aiuta a capire il mondo?
Tutti noi abbiamo avuto una bestia nera nel nostro corso di studi. Per me è stata la statistica.
Insegnata da matematici puri e non, per esempio, da ricercatori che ne fanno un uso pratico e applicato, questa materia suscitava in me un misto di noia mortale, senso di impotenza e sgomento per l’esame finale.
Per farmi coraggio studiavo con un mio amico che fu così perturbato da questa materia da presentarsi un giorno in aula studi con due scarpe di colore diverso!
Inutile dire che é stato il voto più basso che ho preso nella mia carriera universitaria. Superfluo anche immaginare la mia espressione facciale quando ho scoperto che per la tesi dovevo leggere (e capire) per intero il libro «Statistica per ornitologi e naturalisti” di Fowler & Cohen e imparare a usare il programma di elaborazione statistica SPSS 8.0 per Windows.
Alla fine non è stato così terribile: ho cominciato a comprendere la potenza di questo strumento e ad apprezzare i risultati. Vedere i miei dati sotto forma di grafico mi ha dato anche una certa soddisfazione, prima di doverne fare una cinquantina…
Nonostante questo, non posso dire ad oggi di amare la statistica.
Mollare, però, non è propriamente nel mio stile. Riparto all’attacco della statistica (la miglior difesa è l’attacco) iscrivendomi al Caffè statistico, organizzato dalla Societé Française de Statistique. Si tratta di una specie di caffè scientifico che promette “temi vari e d’attualità, un dialogo tra statistici e pubblico” ma soprattutto “un dibattito che evita la tecnicità”.
Anche questa è mediazione scientifica. E magari una birra o due possono aiutare. Seguitemi e vi farò il resoconto appena avrò partecipato. Poi per pagare si fa testa o croce.
Per sapere cosa fa uno statistico nella vita vi consiglio gli articoli del blog Math is in the air
P.S. non ho niente contro i matematici puri!